Incentivi e bonus per stufe a pellet 2023-2024
Nel panorama dell’attuale contesto energetico, sempre più orientato verso la sostenibilità e la riduzione delle emissioni di gas serra, le stufe a pellet rappresentano un sistema di riscaldamento all’avanguardia, per la casa ma anche per gli ambienti di lavoro. Grazie alla loro efficienza e al minimo impatto ambientale, le stufe a pellet sono la soluzione per chi desidera un riscaldamento confortevole e responsabile.
In questo scenario, è importante sottolineare che anche per il biennio 2023-2024 il governo italiano e le autorità locali hanno adottato misure concrete per promuovere l’acquisto delle stufe a pellet.
In questo articolo offriamo una guida dettagliata e precisa su come accedere a tali incentivi, vedremo quali documenti sono necessari e quali normative tecniche devono essere rispettate per beneficiare appieno di queste iniziative.
Acquistare una stufa a pellet con gli incentivi
Le fonti di incentivi statali sono spesso la prima opzione per chi desidera acquistare una stufa a pellet di alta qualità. In Italia esistono diversi incentivi governativi che mirano a promuovere l’adozione di stufe a pellet come fonti di riscaldamento domestico efficienti e sostenibili.
Nei paragrafi successivi elencheremo alcune delle principali opzioni, ma è importante notare che le informazioni dettagliate sul bonus possono variare nel tempo, a seconda delle leggi e dei regolamenti vigenti o delle decisioni politiche.
Pertanto è fondamentale consultare fonti istituzionali ufficiali e aggiornate per ottenere informazioni specifiche, aggiornate e dettagliate sul bonus e sui requisiti per accedervi, come il sito web ufficiale del Ministero della Transizione Ecologica o del Ministero dello Sviluppo Economico.
Bonus casa ristrutturazione 50%
Il Bonus casa ristrutturazione in Italia è un incentivo fiscale che permette di ottenere una detrazione del 50% delle spese sostenute per ristrutturazioni edilizie, comprese le spese legate all’acquisto e all’installazione di stufe a pellet. Questo bonus mira a promuovere la riqualificazione energetica degli edifici, migliorandone l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale.
Per questo motivo, anche le stufe e i sistemi di riscaldamento alimentati a pellet sono incluse nel Bonus Casa per la ristrutturazione edilizia, poiché sono classificati come “opere finalizzate al risparmio energetico e/o all’utilizzo delle fonti rinnovabili”.
Che tipo di stufe a pellet rientrano nel bonus?
Per beneficiare di questa detrazione, le stufe a pellet devono avere la certificazione ambientale pari a 4 stelle nel caso di sostituzione di un generatore a biomassa esistente, e 5 stelle in tutti gli altri casi.
Qui potete verificare le stelle delle stufe a pellet Cadel.
In che modo viene erogato il Bonus casa ristrutturazione?
La detrazione fiscale viene ottenuta attraverso l’utilizzo diretto, suddivisa in 10 rate annuali di pari importo.
Quali spese sono ammesse nel Bonus?
Le spese coperte dal Bonus casa ristrutturazione includono i costi di perizie e sopralluoghi, l’acquisto di stufe, caminetti o caldaie, l’installazione e la prima accensione, nonché la realizzazione o l’adeguamento della canna fumaria.
Che procedura seguire per ottenere la detrazione?
Per beneficiare del Bonus casa ristrutturazione, è necessario:
-
Installare il prodotto tramite un installatore abilitato che emetta una dichiarazione di conformità.
-
Effettuare il pagamento tramite bonifico parlante, bancario o postale, specificando nella causale il riferimento normativo, il numero della fattura, il codice fiscale del richiedente e il numero di P. IVA o CF del titolare dell’azienda esecutrice dei lavori.
-
Comunicare online a ENEA attraverso il sito dedicato entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo.*
-
Notificare l’intervento nella dichiarazione dei redditi (modulo 730 o modulo unico), allegando la dichiarazione del produttore reperibile nella sezione “Documenti scaricabili”.
-
Conservare tutti i documenti relativi al pagamento della stufa e le fatture di acquisto di pellet o legna durante il periodo incentivato, assicurandosi che il combustibile rispetti le specifiche indicate dal costruttore nel libretto di istruzioni, in conformità alla norma ISO 17225-2.
*È importante notare che la procedura online di comunicazione a ENEA richiede la dichiarazione della potenza al focolare del prodotto, un valore che potrebbe non essere indicato nelle schede tecniche o nella documentazione del prodotto. Per saperne di più vi invitiamo a consultare i dettagli nella sezione del sito Cadel “Documenti da scaricare“.
Ecobonus per l’acquisto e la posa di una stufa a pellet
L’Ecobonus è un incentivo fiscale che permette di detrarre il 50% o il 65% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Poiché questo incentivo è finalizzato a promuovere la sostenibilità e l’efficienza energetica degli edifici, riducendo così l’impatto ambientale, l’acquisto e l’installazione di stufe a pellet rientrano nell’Ecobonus, poiché contribuiscono all’ottimizzazione dell’efficienza energetica degli immobili.
La percentuale di detrazione applicabile può variare a seconda del tipo di intervento effettuato:
-
Per interventi di riqualificazione energetica dell’impianto (comma 2.bis, articolo 14, D.L. 63/2013 e ss.mm.ii.), la detrazione fiscale è del 50%.
-
Nel caso di riqualificazione energetica globale dell’edificio (comma 344, articolo 1, Legge 296/2006 e Decreto interministeriale 06/08/2020) e in relazione a un progetto complessivo che coinvolge l’intero immobile (involucro ed impianto), la detrazione fiscale è del 65%.
Quali requisiti devono soddisfare le stufe a pellet idonee all’agevolazione?
Affinché siano ammissibili per la detrazione prevista dall’Ecobonus, le stufe a pellet devono possedere la certificazione ambientale secondo il Decreto Ministeriale 7.11.2017 n. 186, la quale deve corrispondere a:
-
4 stelle se si tratta di una sostituzione di un generatore a biomassa esistente
-
5 stelle per una installazione nuova
Per attestare la conformità della stufa ai requisiti delle 4 stelle o 5 stelle, il tecnico asseveratore necessita del Certificato Ambientale.
Importante notare che, in caso di sostituzione con biomassa, per i soli edifici siti nelle zone climatiche C, D, E ed F, sono previsti specifici requisiti di trasmittanza termica delle chiusure apribili e assimilabili che delimitano l’edificio verso l’esterno o verso locali non riscaldati.
Nel caso specifico di “mera sostituzione”, l’asseverazione può essere sostituita dalla dichiarazione del produttore che trovate del sito Cadel “Documenti da scaricare“.
Potete verificare in questa pagina le stelle delle stufe a pellet Cadel e scaricare il relativo certificato ambientale dalla pagina documenti tecnici.
Qual è la modalità di erogazione dell’Ecobonus?
Per le spese sostenute il contribuente può scegliere l’utilizzo diretto della detrazione fiscale, che sarà ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Quali spese rientrano nell’Ecobonus?
Tra le spese ammesse rientrano:
-
Prestazioni professionali per la produzione della documentazione tecnica e la direzione dei lavori.
-
Smontaggio e dismissione dell’impianto di climatizzazione invernale preesistente, se del caso.
-
Fornitura e installazione di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, nonché le opere idrauliche e murarie necessarie per l’installazione o la sostituzione dell’impianto termico esistente con stufa, camino o caldaia, a regola d’arte.
Quali sono i passi da seguire per ottenere l’agevolazione?
Per ottenere questa agevolazione, è indispensabile possedere la documentazione seguente:
-
Asseverazione da parte di un professionista qualificato o dichiarazione rilasciata dal supervisore dei lavori, che attesti la conformità dell’intervento ai requisiti tecnici e la congruità della spesa. Importante notare che l’asseverazione non è obbligatoria in caso di “mera sostituzione”, cioè quando il generatore a biomassa esistente viene sostituito con uno della stessa tipologia, stesso combustibile e potenza non superiore al 10% di quello preesistente. In questa circostanza, è possibile sostituire l’asseverazione con la dichiarazione del produttore reperibile nella sezione “Documenti scaricabili“. Se il caso rientra in questa categoria, l’importo della spesa per l’acquisto di una stufa, caminetto o caldaia non deve superare i € 350 per kW (per prodotti fino a 35 kW – allegato I al D.M. 6.08.2020).
-
Attestato di Prestazione Energetica (APE) nel caso di intervento che rientra nel comma 344 (riqualificazione energetica globale dell’edificio).
-
Scheda descrittiva dell’intervento relativa alle operazioni effettuate.
-
Scheda tecnica del generatore installato.
Inoltre, è fondamentale effettuare il pagamento tramite bonifico bancario o postale, specificando nella causale del versamento il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è stato eseguito il bonifico (azienda o professionista che ha realizzato i lavori), e conservare la documentazione.
Infine, è necessario procedere con la comunicazione online a ENEA attraverso il sito dedicato per completare la richiesta di agevolazione.
Iva agevolata su interventi di recupero del patrimonio edilizio
In virtù della normativa di cui alla Legge 23/12/1999 n. 488, all’articolo 7, comma 1, lettera B, è stata introdotta un’agevolazione fiscale dell’10% per le prestazioni e gli interventi relativi al recupero del patrimonio edilizio di cui all’articolo 31, primo comma, lettere a) e b) (manutenzione ordinaria e straordinaria), ad eccezione di alcuni beni significativi individuati dal Decreto Ministeriale 29/12/1999, tra cui le caldaie. Tale disposizione è stata confermata a tempo indeterminato dalla Legge 23/12/2009 n. 191, all’articolo 2, comma 11. Pertanto, risulta evidente che anche sulle vendite con installazione di stufe a pellet è applicata l’aliquota IVA del 10% sul valore complessivo della prestazione, degli accessori e sul valore del bene, corrispondente al valore della prestazione e degli accessori stessi.
Conto termico del GSE al 65% per sostituzione impianto
Il Conto Termico è un programma di incentivazione gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) in Italia, finalizzato a promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile per il riscaldamento domestico.
Il Conto Termico prevede un contributo in denaro concesso a chi sostituisce alcune tipologie di vecchi impianti di riscaldamento già esistenti con soluzioni più efficienti e sostenibili. Questo può includere la sostituzione di vecchie caldaie, radiatori o sistemi di riscaldamento con soluzioni a biomassa, come le stufe a pellet. L’obiettivo è migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre le emissioni di gas serra.
Non si tratta di una agevolazione fiscale, bensì di un beneficio erogato direttamente dal GSE al richiedente in un’unica soluzione qualora il contributo sia inferiore o uguale a 5.000 €. Questo scenario si verifica praticamente in tutte le situazioni riguardanti stufe, caminetti o caldaie a biomassa. L’incentivo viene erogato entro 2 mesi dalla data di attivazione del contratto, con il pagamento della prima rata entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello del bimestre in cui ricade la data di attivazione del contratto.
Chi ha accesso al Conto Termico
Soggetti privati (aziende, persone fisiche, condomini) o Enti Pubblici, che effettuano la sostituzione di un vecchio apparecchio a gasolio, olio combustibile, carbone o biomassa con un nuovo apparecchio a biomassa (legna o pellet). Le aziende agricole o le imprese attive nel settore forestale che installano un nuovo apparecchio a biomassa (anche senza sostituzione) o sostituiscono un apparecchio a GPL con uno a biomassa ad alta efficienza, in aree non metanizzate, possono altresì beneficiare dell’iniziativa.
Quali prodotti sono inclusi nel Conto Termico
Un prodotto, per rientrare negli incentivi del Conto Termico, deve possedere la Dichiarazione di Conformità al Conto Termico, dimostrando di rispondere a standard qualitativi particolarmente restrittivi, sia in termini di rendimento (superiore all’85%) che di emissioni in atmosfera.
Nel caso di sostituzione di un generatore a biomassa, il nuovo generatore deve essere certificato 4 stelle ambientali (o superiore).
Nel caso di sostituzione di un generatore non a biomassa (o nel caso di nuova installazione per aziende agricoli o forestali), il nuovo generatore deve essere certificato 5 stelle ambientali.
Attualmente, l’intera gamma di prodotti Cadel rispetta i requisiti del Conto Termico.
Come si calcola il contributo
L’importo del contributo che è possibile ottenere varia in base a:
-
la potenza nominale del prodotto selezionato.
-
le emissioni di polveri in atmosfera prodotte dal prodotto scelto.
-
le ore di funzionamento calcolate in media in base alla Provincia e al Comune in cui il prodotto sarà installato.
È facile comprendere che un prodotto con elevate prestazioni e basse emissioni in atmosfera, installato in un’area climatica particolarmente fredda, otterrà un contributo più elevato rispetto a un prodotto con prestazioni inferiori installato in un’area più calda.
Come richiedere il contributo del Conto Termico
Il Gestore Servizi Energetici (GSE) è l’ente responsabile della valutazione delle richieste e dell’erogazione dei contributi, attraverso il “Portaltermico”, dove sono disponibili tutti i dettagli e le procedure per richiedere l’incentivo. Il portale è accessibile qui.
All’interno del Portaltermico, è presente una scheda domanda da compilare esclusivamente online da parte del soggetto responsabile o di un suo delegato. Con il Conto Termico 2.0, la procedura è stata semplificata grazie a un catalogo di apparecchi domestici, che contiene già tutti i dati necessari per la compilazione della pratica, eliminando la necessità di conoscere ogni dettaglio tecnico del prodotto installato per completare la pratica.
La domanda deve essere presentata entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento. Si precisa che la data di conclusione dell’intervento non può superare di più di 90 giorni la data in cui è stato effettuato l’ultimo pagamento.
L’istruttoria GSE si conclude entro 60 giorni dal ricevimento dell’istanza, al netto dei tempi impiegati dal Soggetto Responsabile per fornire eventuali integrazioni e/o osservazioni. In caso di esito positivo dell’istruttoria, verrà stipulata una scheda-contratto tra l’utente e il GSE, con l’obbligo di conservare la documentazione per tutta la durata dell’incentivo e per i 5 anni successivi.
La prima rata dell’incentivo sarà erogata entro l’ultimo giorno del mese successivo al bimestre in cui ricade la data di accettazione della scheda-contratto.
Consigli per ottenere facilmente i bonus per stufa a pellet
Come visto in questo articolo, per richiedere qualsiasi tipo di bonus o incentivo conforme alle proprie necessità per l’acquisto e l’installazione di una stufa a pellet, la procedura può essere complessa ed è importante garantire che la documentazione sia corretta e completa. Per questo è sempre consigliabile rivolgersi a un commercialista o a un professionista fiscale esperto.
La documentazione da predisporre include le fatture d’acquisto e di installazione, la certificazione energetica dell’edificio, eventuali documenti tecnici relativi alla stufa a pellet, che dimostrino la conformità agli standard di efficienza richiesti, e tutti i documenti necessari per la dichiarazione dei redditi, compreso il modello 730 o il modello Redditi PF. Per questo è bene conservare sempre tutta la documentazione relativa all’acquisto e all’installazione della stufa a pellet, inclusi i contratti, le fatture, e i documenti che attestano la conformità del prodotto agli standard di efficienza energetica.
Infine, è necessario assicurarsi sempre che l’installazione della stufa a pellet sia effettuata da professionisti qualificati e in conformità con le normative vigenti. L’installazione corretta è essenziale per garantire il funzionamento sicuro ed efficiente del dispositivo.
Conclusione
In un momento storico in cui la sostenibilità è al centro delle preoccupazioni di ogni cittadino e delle politiche pubbliche, l’investimento in una stufa a pellet non solo può tradursi in un riscaldamento efficiente e confortevole per il proprio ambiente domestico, ma può anche rappresentare un passo concreto verso la riduzione delle emissioni di CO2 e il raggiungimento degli obiettivi ambientali stabiliti a livello internazionale.
Per ottenere informazioni precise sul Bonus Stufa a Pellet 2023 e sui dettagli specifici relativi alle detrazioni, alle scadenze ed ai requisiti, è consigliabile consultare il sito web dell’Agenzia delle Entrate, rivolgersi a un commercialista o a un professionista fiscale, ma anche ai nostri rivenditori specializzati, altamente esperti in fatto di incentivi e agevolazioni. La documentazione corretta e il rispetto delle leggi vigenti sono fondamentali per beneficiare di qualunque incentivo.